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Comunicato stampa della FIAP – Federazione Italiana Associazioni Partigiane
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La Resistenza รจ stato un gigantesco fenomeno di disobbedienza civile in nome di ideali superiori come libertร , eguaglianza, giustizia, fratellanza dei popoli.
Le bande partigiane furono โun microcosmo di democrazia direttaโ, in senso esistenziale, di autocoscienza, permettendo ad una intera generazione di affacciarsi alla politica, scavando nel proprio io, facendo riferimento alle proprie scelte, affermando la personale scelta partigiana di ciascuno quale fondamento di una rigenerazione collettiva da realizzare attraverso istituzioni rifondate dal basso.
Secondo risorgimento e lotta patriottica, fu qualcosa di piรน grande del CLN e dei partiti che la guidarono, perchรฉ fu soprattutto la moltitudine delle vite concrete dei resistenti, di quanti interpretarono lโ8 settembre 1943, morte della Patria, ma anche inizio di un cammino impervio per ritrovarla, come la fine di una stagione di carestia morale e di avvelenamento delle coscienze, vivendola come il momento in cui finalmente non ci si doveva vergognare di se stessi e si potevano riscattare ventโ anni di passivitร e ignavia.
Una scelta che, nel suo significato etico di rifiuto dellโorrore e della sopraffazione, incombe su ciascuno ancor ora.
Facendo del 25 aprile una data fondamentale, nel senso letterale di fondamento della nostra religione civile.
Festa di tutti gli italiani senza alcuna distinzione.
Oggi, grazie a quella pagina scritta sulle montagne e nelle nostre cittร , e in Europa, abbiamo ancora il privilegio di scegliere e di poterlo fare nella libertร , conquistato con le armi e generosamente condiviso con i nemici della libertร , fascisti e repubblichini, portatori di dottrine infami.
Una scelta, per conservare quel privilegio, necessaria, in quanto imparziale e definitiva.
Ma la Resistenza ha avuto anche un significato universale: in quanto guerra popolare, spontanea, non comandata dallโalto, essa รจ stata un grande moto di emancipazione umana, che mirava molto piรน lontano e i cui effetti, proprio per questo, non sono ancora finiti: a una societร internazionale piรน giusta, ispirata agli ideali di pace e di fraternitร tra i popoli.
Chi legga le Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, da cui parlano, nell’estremo saluto alla vita, operai e sacerdoti, intellettuali e contadini, comunisti, socialisti, cattolici, liberali, azionisti, si accorge che esse sono animate da un comune sentire. Non soltanto del coraggio di fronte alla morte che nasce dal sentimento della dignitร dell’uomo come valore assoluto al di lร e al di sopra della morte.
Queste parole sono come l’inizio di un canto corale che sarร ripetuto da mille altri fino alla Libertร .
Ma non possiamo, in questo 25 aprile, non rivolgerci al popolo ucraino, vittima di una illegale guerra di aggressione, che ha violato lo statuto dellโOnu e il diritto internazionale, facendo precipitare il mondo nellโangoscia.
La ferma condanna dellโaggressione militare scatenata senza alcuna giustificazione dalla Russia tirannicamente governata da Putin รจ per una Associazione come la nostra, fondata da Ferruccio Parri negli anni della guerra fredda, resistente della prima ora e primo Presidente del Consiglio dellโItalia liberata, imperativo etico e civile assoluto.
Eโ Resistenza anche quella di Kiev, contro lโinvasore che intende negare la libertร del popolo ucraino.
In questa enorme e assurda realtร della guerra che continuamente smentisce il diritto, occorre non gettare la spugna rifiutando un determinismo storico per cui รจ la guerra stessa che giustifica i propri crimini e si autoassolve.
Occorre declinare la ragione del diritto, prima che la compassione del mondo per le vittime dei tanti crimini si esaurisca, distinguendo, come insegnava Norberto Bobbio, tra i fondatori della FIAP, fra โviolenza primaโ e โviolenza secondaโ, fra chi usa per primo la forza militare e chi si difende. Chi usa la forza per primo รจ il prepotente e chi esercita la forza per secondo รจ il piรน debole costretto a difendersi: e le due posizioni non possono essere messe giuridicamente e moralmente sullo stesso piano. ร il classico tema dell’aggressione e della resistenza all’aggressione.
Se non introduciamo criteri di valutazione giuridica e morale dell’uso della forza militare si rischia di dare sempre ragione al prepotente.
Per questo motivo, questโanno non saremo, per la prima volta, a Porta San Paolo a Roma ed in altre piazze dove abbiamo ravvisato il rischio che si potesse perdere il senso del 25 aprile, della piรน importante ricorrenza civile della nostra Repubblica
Non possiamo accettare che le bandiere della FIAP, che dalla sua fondazione si basa sulla โfede nella libertร โ, si possano confondere con quelle dellโodio verso le democrazie occidentali. Non รจ la festa della โpaceโ ma della fine di una guerra, quella combattuta dai nostri partigiani armati dagli alleati americani ed inglesi per liberare lโItalia dallโoccupazione straniera a cui il fascismo aveva spalancato le porte.
Dedichiamo questo 25 aprile alla memoria di chi 77 anni fa in tutta Europa ha perso la vita per riconquistare la libertร contro la tirannide militarista e imperialista del tempo e oggi al popolo ucraino che sta resistendo eroicamente alla superpotenza che ha invaso il suo paese. Lo dedichiamo alle vittime civili di una barbarie che non rispetta alcuna regola internazionale, alcun codice dโonore.
Sappia lโesempio dei partigiani italiani ed europei farci ritrovare la strada per un mondo piรน giusto e per la pace e fratellanza tra i popoli dai resistenti europei agognata, bandendo la guerra dalla storia dellโUOMO.
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