LA SETE DI GIUSTIZIA E I VESTITI NUOVI DEL PICCOLO HUDAIFA, SEPOLTO IN MARE DALLA MADRE

di Nawal Soufi

Inizi di Settembre, la barca proviene da Antalya, Turchia. A bordo uomini, donne, molti bambini.

A circa 71 miglia dalla Libia, muoiono per la sete tre bambini, Haret di tre anni, Hudaifa di due anni, Motaz di 12 anni, due donne, un uomo. Gli altri resistono bevendo acqua di mare con dentifricio.

Il cadavere di Fadia è ripreso mentre viene affidato al mare:

“L’aereo che ho visto ieri ci ha mandato una nave e questa nave ci ha gettato dell’acqua come se fossimo dei cani e non siamo riusciti a prendere neanche una bottiglia. Un solo ragazzo è sceso in mare e ha preso una bottiglia, ed è finita subito… l’ha bevuta mentre era in acqua. Ieri eravamo speranzosi, oggi attendiamo di nuovo che questo aereo passi e che ci riveda di nuovo. La madre di Hudaifa sente che il suo bambino di due anni diventa sempre più freddo. Ad un certo punto si accorge della morte del figlio e tutti prendono consapevolezza del fatto. Questa madre con un cuore di ferro, insomma, lava il corpo del bambino, gli cambia i vestiti sporchi e apre la busta dei vestiti nuovi che avrebbe voluto mettere al figlio una volta arrivati sull’altra sponda del Mediterraneo. Dopo averlo vestito gli mette un profumo addosso e lo affida al mare con le sue mani…”

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