di Angelo Di Giorgio
Catoni penosi, anche censori, appartenenti all’olimpo del giornalismo italiano fanno a gara nel ricoprire di insulti gli autori, presumibilmente giovani del movimento Black Lives Matter, che hanno compiuto un atto dimostrativo contro la statua di Indro Montanelli.
Due cose colpiscono in questo coro di uomini “per bene”, novelle cassandre dell’oltraggio alla storia patria, la prima è la totale assenza di qualunque cenno alla piccola comprata e stuprata da Montanelli, la seconda è la morale da un tanto al chilo di soggetti che di occasioni per indignarsi sul serio ne avrebbero ma le mancano regolarmente. Diciamo subito che questa stronzata della contestualizzazione ha veramente rotto gli zebedei, perché allora non contestualizziamo Himmler per esempio? Agì nel rispetto della legge dell’epoca e con il consenso della maggioranza dei tedeschi, oppure Kappler che operò in applicazione di ordini ricevuti; o ancora possiamo contestualizzare i crimini orrendi compiuti dagli italiani (brava gente) nel corno d’Africa, in fin dei conti la Società delle Nazioni ignorò all’epoca il grido di dolore del Negus legittimando nei fatti l’uso indiscriminato di armi chimiche contro i civili da parte dei fascisti. E le Foibe? Si potrebbero contestualizzare ricordando i numerosi massacri e stupri di massa compiuti dai fascisti italiani (brava gente) in Jugoslavia. La contestualizzazione storica non ha in realtà nulla a che vedere con il giudizio etico e morale, non si può legittimare tutto a posteriori riportandolo all’epoca in cui si sono svolti i fatti, la storia è fatta di scelte irreversibili, istanti decisivi in cui gli esseri umani decidono da che parte stare: lo stupro non scade come lo yogurt, resta tale a qualunque epoca esso appartenga.
Ma io voglio rivolgermi a lei, la piccola “sposa di guerra”di Montanelli. Voglio chiederle scusa, anzi perdono, lo faccio in quanto rappresentante del sesso maschile, mi chiedo cosa abbia provato nell’essere violata ripetutamente, dopo aver subito l’orribile infibulazione, trattata come una cosa, e vorrei sapere che fine ha fatto, se la vita le ha riservato solo sofferenza ed umiliazioni, se qualcuno le ha mai mostrato affetto, se in qualche momento della sua esistenza sia stata felice, anche solo per un istante. Da padre, da essere umano, non riesco a comprendere come un uomo degno di questo nome possa ricavare piacere nell’oltraggiare una bimba. Avrà pianto? Si sarà difesa? Qualcuno dopo l’avrà consolata? Ricordo a tutti però, in particolare a coloro che si stracciano le vesti (firmate) per la vernice iconoclasta, che in quegli stessi giorni altri si opponevano a costo della vita a quella barbarie, c’erano carnefici e vittime.
Montanelli è stato l’esegeta per eccellenza della destra più reazionaria e retriva, in quanto tale odiatissimo a sinistra, almeno fino a quando non si oppose a Berlusconi. Da quel momento una certa “sinistra” lo santificò, fu vezzeggiato e riverito come se per anni non avesse vomitato falsità ed infamie contro il progressismo, anche il più moderato, articolato campagne incendiarie contro i movimenti operai e studenteschi, condotto crociate per il ritorno alla pena di morte, una tale smemoratezza non può essere giustificata nemmeno dal suo scontro con il piazzista di Arcore e relativo circo Barnum di nani e ballerine. Alle grandi firme che si scompongono e friggono di indignazione per la campagna contro i simboli deteriori e razzisti direi di rivolgere le loro attenzioni, che so, alla feccia fascista e da stadio che qualche giorno fa ha aggredito a Roma operatori dell’informazione al grido di “giornalisti terroristi”. Capisco la mentalità da casta, ma mi chiedo se non provino un po’ di imbarazzo nel ritrovarsi fianco a fianco con soggetti come il diffamatore certificato Sallusti o lo spione Farina (l’Agente Betulla) che spiava appunto i suoi colleghi per conto della C.I.A., oppure quell’individuo di nome Vittorio Feltri che vomita quotidianamente il suo schifoso razzismo (ultimamente soprattutto contro i meridionali) dalle pagine del suo fogliaccio di estrema destra senza che l’Ordine dei giornalisti muova un dito.
Credo che chi ha scoperchiato il mare di ipocrisia che sta dietro la statua di Montanelli non si farà intimorire più di tanto, i giovani possiedono una carica etica esplosiva, soprattutto quando hanno ragione da vendere. Ci sono tante vergogne da illuminare, tante menzogne da mostrare, prendiamo ad esempio le strade intitolate in giro per l’Italia a Giorgio Almirante, teorico del razzismo nella Repubblica Sociale, fucilatore di partigiani, capo del famigerato M.S.I., un oltraggio non solo alla resistenza ed all’antifascismo ma anche alle vittime delle stragi fasciste e di stato. A proposito, non fu Montanelli ad inventarsi la falsa pista di Pinelli delatore che si sarebbe suicidato per timore di essere scoperto dai suoi compagni? Bell’esempio di grande giornalismo. Contestualizziamo anche questo, o no?
