di Carlo Arcidiacono
A distanza di circa vent’anni ho visto un intero servizio su Via D’Amelio, di quelli portati a Milano di corsa… Foto scattate ad occhi chiusi perché il sangue e la carne era ovunque! Purtroppo dopo aver visto corpi mutilati, il cancelletto d’ingresso del palazzo… Solo il sangue e la carne è ciò che mi torna in mente ogni volta che sono lì. Anche se non l’ho vissuto direttamente!
Il racconto di quei giorni, di quelle foto di Angelo Di Giorgio e degli altri fotografi siciliani mi hanno insegnato tanto. Mi hanno dato la prospettiva che il fotografo, per quanto abbia il dovere di raccontare, deve sempre decidere da che parte stare!
Questa è la mia foto di via D’Amelio. Senza i vostri racconti non l’avrei mai potuta scattare. Sei sguardi tra l’indifferenza di alcuni ma tra l’idea di molti. Un’idea che ha mantenuto vivo ogni singolo martire della lotta alla mafia.
Fin quando Cosa Nostra era quella dei morti ammazzati, il confine tra mafia e antimafia era ben chiaro… Oggi è più difficile lasciare una traccia di ciò che è la mafia. Grazie a voi che in quegli anni avete lasciato memoria possiamo ancora avere chiaro che la mafia è una montagna di merda!