di Angelo Di Giorgio
Da anni conduco una ricerca fotografica sull’Etna, in realtà non sulle sue innumerevoli attività eruttive bensì sulla spettacolare natura vegetale e sui suoi incredibili paesaggi, un insieme unico al mondo e che cambia radicalmente con il mutare delle stagioni.
Una mattina mentre ero intento a cercare un’inquadratura interessante delle foglie in controluce ho avvertito una leggera pressione sulla spalla, giratomi mi sono trovato davanti il muso di una volpe, bella e spavalda mi guardava senza alcun timore con l’aria di chi si aspetta qualcosa, ho pensato che fosse abituata a ricevere cibo dai turisti, abitudine questa deteriore e dannosa, naturalmente ne ho approfittato per scattare a manetta e lei niente affatto intimidita sembrava addirittura mettersi in posa.
Siamo andati avanti così una buona mezzora, poi l’ho salutata e ho continuato il mio giro, mi ha seguito per un pezzo nascondendosi dietro il fitto fogliame, la sentivo muoversi attorno a me ogni volta che mi fermavo per ritrarre uno scorcio, poi quando la luce si è abbassata oltre i limiti mi sono incamminato verso la mia moto e lei, la volpe, ancora dietro.
Mentre tornavo verso casa il pensiero di questo splendido animale mi ha riempito il cuore, se imparassimo a vivere in pace con il creato, ne sono certo, risolveremmo molti dei nostri problemi, dovremmo smetterla con l’antropocentrismo perché la natura è ciò che ci consente di vivere, l’ecosistema di questo pianeta è conditio sine qua non per la nostra stessa esistenza, rispettarlo è semplice buonsenso. Alla fine questo è l’unico pianeta che abbiamo ma ci comportiamo come se non fosse così, la nostra presunzione è suicidio, forse siamo ancora in tempo ma dobbiamo cambiare in fretta o Gea, nostra madre, ci espellerà dal suo seno.
