*Bob Dylan, The Lonesome Death of Hattie Carroll, 1964 – The Times They are A Changing.
Articolo di Angelo Di Giorgio
Grafica di Davide Casella
Lunedì 7 Settembre 2020
Il turpe e vigliacco assassinio di Willy Monteiro Duarte è il punto finale di una parabola criminale che ha dei responsabili, dei mandanti che siedono anche in parlamento, hanno gestito il potere e si accingono ad occuparlo nuovamente.
Il livello di guardia è stato superato già da molto, troppo tempo. L’attacco ai più elementari principi di umanità, alle basi stesse della civiltà per come l’abbiamo fin qui conosciuta, il disprezzo per l’altro, per il diverso, per il migrante, l’omosessuale, per chi lotta per i diritti civili, per chi si ostina a contrastare l’onda nera, putrida e nauseabonda, delle “nuove destre” (in realtà più vecchie del Partenone) si spinge ormai al punto da diventare omicida. In tutto il mondo razzisti, fascisti, nazisti, genocidi e dittatori (legittimati da elezioni farsa, ma anche regolarmente eletti), suprematisti bianchi, nazionalsciovinisti e melma varia hanno rialzato la testa, prendono il potere e negano alla radice i concetti stessi di eguaglianza, libertà e solidarietà (tra gli uomini ed i popoli). Persino Imagine, la canzone simbolo di John Lennon, viene attaccata perchè rappresenta l’inno ad un mondo senza confini, la speranza di un’umanità basata sull’amore verso gli altri, il sogno di una vita senza le catene della violenza, della discriminazione, dell’ignoranza.
Ora è giunto il momento di dire basta, di denunciare con forza i mandanti morali dell’omicidio di Willy, chi ha armato la mano dei microcefali escrementizi che lo hanno massacrato quattro contro uno nella migliore tradizione squadrista.
La destra fascioleghista, i suoi giornali fake, le sue pestilenziali trasmissioni televisive, i suoi comizi trasudanti odio, violenti nel linguaggio, nei toni e nei contenuti, le sue orde di troll sui social (molti dei quali gestiti dalla Russia di Putin): l’onda nera è tracimata dalle fogne dove i partigiani l’avevano ricacciata con immani sacrifici.
Il progetto criminale di trasformare mediante le elezioni le democrazie in “democratture”, regimi plebiscitari dove l’opposizione è impossibile, le voci di dissenso soffocate, assassinate, avvelenate, costrette all’esilio, è ormai in fase molto avanzata anche nel nostro paese, per questo indignarsi non basta più, occorre agire.
Willy è stato ucciso sicuramente anche perché nero, chi lo nega è complice dei suoi aguzzini, ma possiamo partire da questo martirio per una controffensiva alla Stalingrado, dobbiamo acquisire coscienza del fatto che un’azione a livello parlamentare non basta: la nuova opposizione oggi si costruisce nelle strade, nei quartieri, nelle fabbriche, nelle scuole e università.
Non siamo degli sprovveduti, sappiamo bene quanto questo sia difficile, forse quasi impossibile, ma non abbiamo scelta.
Proponiamo il primo ottobre a Catania un’iniziativa contro il razzismo e la deriva nazifascioleghista.
Willy Vive!