RIDERS UNION BOLOGNA: “SCIOPERARE PER RESISTERE”. SALUTE, REDDITO, DIRITTI, WELFARE

di Davide Blotta

Bologna, sabato 7 novembre 2020

In piazza del Nettuno centinaia sono i manifestanti. Appena 10 giorni dopo lo sciopero nazionale dei e delle riders, una larghissima partecipazione invoca i 4 slogan: Salute, Reddito, Diritti, Welfare. La chiamata è stata data da Riders Union Bologna, organizzazione sindacale che da oltre tre anni tiene viva la mobilitazione dei fattorini e delle fattorine del food delivery. All’interno della rete RiderXiDiritti numerosissime le assemblee e iniziative che solo nelle ultime due settimane hanno coinvolto le città di Bologna, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Torino, Modena, Bergamo, Palermo, Porto Recanati, Rieti, Messina, Perugia, Bari, Catania, Caserta. 

Come lavoratori e lavoratrici delle consegne, i e le riders contestano l’applicazione dell’accordo “beffa” firmato da AssoDelivery e Ugl, e pretendono l’esecuzione regolamentare del Contratto Collettivo Nazionale del Commercio, o in alternativa, del Contratto Collettivo Nazionale dei Trasporti e Logistica. 

Mai più cottimo! L’unica soluzione è una paga oraria minima fissa e garantita sempre. Riders Union alza le biciclette e chiede sia rispettata la legge 198/2019 contro l’utilizzo del cottimo. 

“Durante la pandemia siamo diventati lavoratori essenziali. Riteniamo siano essenziali anche i nostri diritti.” 

L’assemblea pubblica diviene corteo e presto Galleria Farini diventa teatro di uno scontro. I manifestanti cantano slogan mentre attraversano i corridoi sagomati dalle vetrine dell’alta moda. “Basta lusso”. Nessun negozio viene saccheggiato, i danni si limitano a qualche scritta a spray. La polizia interviene in antisommossa e carica selvaggiamente il corteo agli angoli dei negozi. Il risultato è di due arrestati. 

Un’ avvocatessa viene strattonata e il compagno che prova ad aiutarla viene percosso e fermato dagli agenti; un funzionario dell’ordine spinge alle spalle un collega e quest’ultimo cade sul manifestante e poi a terra. Un video della televisione regionale inchioda senza volerlo l’operato del cordone di polizia. 

Il corteo, uscito dalla stretta a tenaglia, si riversa ancora in piazza del Nettuno, costringendo la celere a indietreggiare e allontanarsi dalla zona. La velocità di movimento del gruppo è impressionante, i fattorini in testa allo striscione tentano di gestire un corteo selvaggio ormai carico di malumori per l’ennesimo schiaffo inferito loro. La polizia si raggruppa attorno all’edificio di McDonald’s, punto nevralgico per il food delivery della città. Dopo una lunga situazione di stallo e di blocco del traffico pedonale lungo l’arteria del centro Bolognese, via Rizzoli, i manifestanti costringono le forze dell’ordine all’indietreggiamento e finalmente percorrono via Indipendenza. 

“Vogliamo reddito e salute, welfare e diritti. È una questione di scelte e noi vogliamo poter dire la nostra.” 


Riportiamo il comunicato dei e delle riders di Riders Union Bologna: 

Uno degli slogan principali usato dai riders durante i loro scioperi è “Non per noi, ma per tutt*!”. Dai fattorini alle partite iva, dai lavoratori dello spettacolo a quelli della ristorazione, sono tanti quelli che in questi mesi sono rimasti ai margini delle politiche messe in campo dal governo per far fronte alla difficile situazione che stiamo vivendo. 

Il Covid-19 colpisce tutti ma la crisi sociale ed economica che ne segue non fa altrettanto. Come le grandi piattaforme del food-delivery, c’è chi continua a fare profitti mentre altri restano privi di qualsiasi ammortizzatore sociale o reddito. La pandemia acuisce quelle differenze che attraversano la nostra società. Ci pare evidente che, rispetto ad alcuni mesi fa quando il lockdown sembrava quasi un momento di ristoro carico di aspettative positive, la situazione sia cambiata radicalmente. C’è un malessere diffuso di cui bisogna prendere atto perché poco o nulla è stato fatto se non rimandare i problemi strutturali che da tempo vengono denunciati (carenze infrastrutturali su scuola e trasporti, mancanza di personale e di investimenti nel mondo della salute e della formazione, potenziamento dei sistemi di welfare) e promettere qualche ristoro insufficiente e che tarda ad arrivare. 

Ci viene presentata una alternativa che sa di ricatto: o il lavoro o la salute. In questi mesi sono tanti quelli che sono rimasti senza lavoro o hanno dovuto affrontare mille difficoltà e non per questo hanno avuto la possibilità di tutelare la propria salute. Allo stesso modo, c’è chi a continuato a lavorare per garantire dei servizi essenziali senza che per questo fosse loro garantito un riconoscimento materiale e formale dei rischi corsi. Pensiamo che invece vada scardinata questa alternativa: vogliamo reddito e salute, welfare e diritti. È una questione di scelte e noi vogliamo poter dire la nostra. 

Per questo abbiamo deciso di prenderci lo spazio che ci spetta e far sentire la voce degli invisibili, di chi è rimasto ai margini delle politiche di questo paese.
Dopo l’assemblea pubblica di martedì 3 novembre, ci troveremo sabato 7 novembre alle ore 18:00 in piazza del Nettuno per dar vita ad un corteo largo e plurale che attraverserà le strade della città al grido di “Reddito, Welfare, Salute e Diritti per tutt*”.

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